I prossimi anni saranno fondamentali per la ripresa del mercato immobiliare. Quest’anno l’industria immobiliare chiuderà con un incremento del fatturato del 9%, il 2024 sarà più positivo con una crescita che sfiorerà il 14% e 140 miliardi di fatturato. L’elemento indicativo è che in gran parte questo fatturato appartiene al residenziale.

L’alberghiero è in ripresa, logistica e industriale hanno performato in generale bene, mentre il commerciale continua la sua crisi che è ormai una crisi strutturale di settore.

Complessivamente la perdita del 25 % di fatturato nel 2020 non è stata recuperata. Nella categoria degli immobili commerciali c’è molta differenza tra negozi di vicinato e centri commerciali. La tendenza al momento è quella per cui, anche dopo le riaperture, i centri commerciali siano molto meno frequentati, a favore invece dei negozi di vicinato e dei parchi commerciali all’aperto, percepiti evidentemente come più vicini alle nuove esigenze di consumo post-pandemia.

Come influirà il ritorno in ufficio dopo lo smart working sulle città e sull’immobiliare?

Alcune aziende spingono per rientrare in ufficio, altri per proseguire con la modalità di lavoro da casa.  A mio parere non far tornare le persone in ufficio significa determinare ricadute enormi su tutta la città a vari livelli. In generale le aziende che non hanno bisogno di risparmiare utilizzando anche lo smart working per contenere i costi stanno insistendo per il rientro. Probabilmente si arriverà ad una situazione ibrida, in cui si tornerà in ufficio almeno tre o quattro giorni alla settimana nella maggioranza dei casi, se non totalmente in presenza.

Come cambierà la casa degli italiani?

Le superfici più ampie sono le aspirazioni di gran parte degli italiani, ma, parlando di domanda reale, la richiesta di superfici piccole (mono e bilocali) resta condizionata dalla disponibilità economica, non sempre presente.

Quello che è evidente è una standardizzazione delle unità immobiliari su dimensioni maggiori dedicate alla zona giorno e degli spazi esterni a scapito degli spazi accessori (ripostigli, corridoi, lavanderie, spazi di servizio), che vengono eliminati, sostituiti da mobili su misura o, nei condomini, da spazi comuni dedicati.

Quest’ultimo, in particolare, sarà il futuro: le case avranno una tecnologia meno invasiva e che permetterà di utilizzare le unità immobiliari in modo più semplice ed efficiente, e spazi condivisi nei condomini dedicati ai servizi.

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